ATTI 
   
    NOTARILI 
 
   
    ROGATI 
   
    IN 
   
    AYAZZO 
   
    PER 
   
    I 
   
    VENEZIANI 
  
 
   
    Dai 
   
    documenti 
   
    ora 
   
    citati 
   
    si 
   
    ebbe 
   
    la 
   
    certezza 
   
    che 
   
    il 
   
    rappre 
   
    sentante 
   
    della 
   
    Repubblica 
   
    nell'Armenia, 
   
    il 
   
    Bailo, 
   
    non 
   
    era 
   
    tanto 
   
    un 
   
    agente 
   
    diplomatico 
   
    quanto 
   
    un 
   
    custode 
   
    degli 
   
    interossi 
   
    dei 
   
    suos 
   
    meroanti 
   
    in 
   
    quel 
   
    regno, 
   
    e 
   
    perciò 
   
    non 
   
    a 
   
    Sis 
   
    la 
   
    capitale 
   
    e 
   
    presso 
   
    la 
   
    corte, 
   
    ma 
   
    risiedeva 
   
    in 
   
    Ayazzo 
   
    centro 
   
    del 
   
    trafico. 
   
    Si 
   
    vede 
   
    apoora 
   
    che 
   
    il 
   
    Bailo 
   
    avesse 
   
    un 
   
    Consiglio, 
   
    e 
   
    senza 
   
    due 
   
    torzi 
   
    dei 
   
    consiglieri 
   
    non 
   
    si 
   
    decideva 
   
    piente 
   
    d'importanza 
   
    per 
   
    il 
   
    Comuro 
   
    o 
   
    per 
   
    la 
   
    colonia 
   
    veneta 
   
    in 
   
    detto 
   
    paese 
   
    e 
   
    nella 
   
    città. 
   
    Oltre 
   
    i 
   
    con: 
   
    siglieri, 
   
    il 
   
    Comune 
   
    aveva 
   
    i 
   
    suoi 
   
    Piasziori 
   
    (Placiari) 
   
    come 
   
    guar 
   
    die 
   
    di 
   
    sicurezza, 
   
    i 
   
    Merciai, 
   
    una 
   
    Loggia 
   
    comunale, 
   
    Hardaco, 
   
    Sbarco, 
   
    Case 
   
    di 
   
    afittare, 
   
    un 
   
    S. 
   
    Marco, 
   
    cioè 
   
    una 
   
    Chiesa 
   
    ool 
   
    Cimitero. 
   
    Ma 
   
    per 
   
    qualunque 
   
    transazione 
   
    o 
   
    meroantile 
   
    a 
   
    domestion, 
   
    per 
   
    contratti, 
   
    vendite 
   
    e 
   
    compere, 
   
    prestiti, 
   
    testamenti, 
   
    era 
   
    indispensabile 
   
    il 
   
    No. 
   
    taso, 
   
    più 
   
    che 
   
    altro 
   
    ufficiale. 
   
    Come 
   
    in 
   
    patria, 
   
    bosi 
   
    nelle 
   
    colonies 
   
    secondo 
   
    i 
   
    costumi 
   
    di 
   
    quel 
   
    tempo, 
   
    i 
   
    notai 
   
    erano 
   
    eletti 
   
    dal 
   
    olero 
   
    sovente 
   
    erano 
   
    parrocchi 
   
    delle 
   
    chiese: 
   
    ed 
   
    è 
   
    curioso 
   
    vedere 
   
    algunl 
   
    di 
   
    questi 
   
    notat 
   
    e 
   
    parroochi 
   
    di 
   
    Venezia 
   
    registrare 
   
    atti 
   
    in 
   
    Ayazac 
   
    come 
   
    por 
   
    es: 
   
    Francesco 
   
    Urso, 
   
    prete 
   
    della 
   
    chiesa 
   
    di 
   
    S. 
   
    Raffaello, 
   
    nol 
   
    l'anno 
   
    1303 
   
    (58), 
   
    Pietro 
   
    parrocco 
   
    di 
   
    S. 
   
    Eufemia, 
   
    nel 
   
    1314, 
   
    a 
   
    Prete 
   
    Gico. 
   
    Pellegrini 
   
    registratore 
   
    del 
   
    primo 
   
    testamento 
   
    di 
   
    ang 
   
    morto 
   
    in 
   
    Ayazzo 
   
    nel 
   
    1316; 
   
    ma 
   
    non 
   
    è 
   
    espresso 
   
    so. 
   
    questo 
   
    ta 
   
    soritto 
   
    qui 
   
    o 
   
    a 
   
    Venezia, 
   
    Come 
   
    testimoni 
   
    degli 
   
    atti 
   
    di 
   
    questi 
   
    gotai 
   
    transmarini 
   
    si 
   
    citano: 
   
    Don 
   
    Marco 
   
    Ciò, 
   
    prete 
   
    della 
   
    Chiesa 
   
    di 
   
    S. 
   
    Ermagora, 
   
    1316; 
   
    D. 
   
    Peolo 
   
    preto 
   
    di 
   
    S. 
   
    Giacomo 
   
    da 
   
    Luprio 
   
    (dell' 
   
    Orio, 
   
    1317). 
   
    Come 
   
    Capellano 
   
    del 
   
    Bailo 
   
    si 
   
    conosce 
   
    ]). 
   
    Nicolao 
   
    prete 
   
    della 
   
    chia 
   
    sa 
   
    di 
   
    8. 
   
    Eustachio 
   
    nell'anno 
   
    1331 
   
    (308). 
   
    Si 
   
    conoscono 
   
    del 
   
    no 
   
    taio 
   
    Pietro 
   
    (ohe 
   
    verrà 
   
    citato 
   
    altrove) 
   
    solo 
   
    cinque 
   
    testamenti 
   
    non 
   
    gati 
   
    in 
   
    Ayazzo 
   
    nel 
   
    1314-5, 
   
    o 
   
    d'un 
   
    anonimo 
   
    (del 
   
    quale 
   
    si 
   
    con 
   
    servano 
   
    gli 
   
    atti 
   
    negli 
   
    archivi 
   
    con 
   
    quelli 
   
    del 
   
    notaio 
   
    Giov. 
   
    Campio), 
   
    altri 
   
    trentaquattro, 
   
    registrati 
   
    similmente 
   
    in 
   
    Ayazzo 
   
    dall'agosto 
   
    1327 
   
    al 
   
    marzo 
   
    1328. 
   
    Piccolissimo 
   
    avanzo 
   
    è 
   
    questo, 
   
    senza 
   
    dubbio 
   
    di 
   
    tanti 
   
    e 
   
    tanti 
   
    atti 
   
    registrati 
   
    nel 
   
    corso 
   
    almeno 
   
    di 
   
    80 
   
    anni 
   
    del 
   
    lo 
   
    splendor 
   
    d'Ayazzo, 
   
    quand'era 
   
    frequentato 
   
    da' 
   
    Veneziani; 
   
    i 
   
    quali 
   
    soggiornavano 
   
    anche 
   
    nelle 
   
    altre 
   
    città 
   
    dell'Armeno-Cilicia, 
   
    e 
   
    n'a 
   
    rano 
   
    almuni 
   
    divenuti 
   
    borghesi 
   
    o 
   
    cittadini, 
   
    come 
   
    si 
   
    vede 
   
    negli 
   
    at 
   
    ti; 
   
    donde 
   
    si 
   
    può 
   
    conchiudere, 
   
    quanto 
   
    lume 
   
    si 
   
    debba 
   
    aspettare 
   
    dagli 
   
    atti 
   
    notarili 
   
    d'Ayazzo 
   
    per 
   
    la 
   
    storia 
   
    non 
   
    solo 
   
    del 
   
    commer 
   
    cio 
   
    na 
   
    delle 
   
    famiglie 
   
    veneziane, 
   
    ove 
   
    gli 
   
    archivi 
   
    vengano 
   
    esaminati 
   
    pazientemente. 
   
    Il 
   
    dotto 
   
    indagatore 
   
    delle 
   
    patrie 
   
    memorie 
   
    genova 
   
    s, 
   
    il 
   
    Cav. 
   
    Desinoni, 
   
    pubblico 
   
    nell'opera 
   
    Les 
   
    Archives 
   
    de 
   
    l'Orionit 
   
    Latin, 
   
    circa 
   
    180 
   
    atti 
   
    registrati 
   
    in 
   
    Ayazzo 
   
    dá 
   
    notai 
   
    Genovesi 
   
    nello 
   
    spazio 
   
    di 
   
    quindici 
   
    soli 
   
    mesi, 
   
    nel 
   
    1274 
   
    e 
   
    nel 
   
    1279; 
   
    ora, 
   
    es 
   
    sendo 
   
    ji 
   
    Veneziani 
   
    stati 
   
    pid 
   
    numerosi, 
   
    e 
   
    più 
   
    lungo 
   
    tempo 
   
    avendo 
   
    abitato 
   
    nel 
   
    nostro 
   
    paese, 
   
    bisogna 
   
    supporre'a 
   
    migliają 
   
    gli 
   
    atti 
   
    de' 
   
    foro. 
   
    Dotai 
   
    registrati 
   
    là, 
   
    siccome 
   
    se 
   
    ne 
   
    trovano 
   
    effettivamente 
   
    a' 
   
    migliaja 
   
    registrati 
   
    a 
   
    Venezia' 
   
    per 
   
    le 
   
    transazioni 
   
    degli 
   
    Armeni 
   
    capitati 
   
    qui 
   
    dal 
   
    cinquecento 
   
    al 
   
    settecento. 
  
 
   
    Dei 
   
    cinque 
   
    Testamenti 
   
    scritti 
   
    in 
   
    Ayazzo 
   
    dal 
   
    Parrocco 
   
    Pietro, 
   
    umo 
   
    è 
   
    di 
   
    Gloo. 
   
    Ausrini 
   
    detto 
   
    mataro 
   
    (1 
   
    ottobre 
   
    1316), 
   
    forse 
   
    pa 
   
    rente 
   
    di 
   
    Michele 
   
    Tataro 
   
    (v. 
   
    pag 
   
    27). 
   
    Ruzzini 
   
    nomina 
   
    erede 
   
    il 
   
    figliuolo, 
   
    e 
   
    comissari, 
   
    Biagio 
   
    Malipioro 
   
    e 
   
    Benodetto 
   
    Ginardi, 
   
    per 
   
    raccogtiere 
   
    i 
   
    suoi 
   
    averi, 
   
    fra 
   
    quali 
   
    un 
   
    bastimento; 
   
    e 
   
    desidera 
   
    es 
   
    ser 
   
    seppellito 
   
    a 
   
    San 
   
    Marco 
   
    d'Ayazzo 
   
    (361). 
  
 
   
    Andrea 
   
    Nani, 
   
    il 
   
    primo 
   
    novembre 
   
    1316, 
   
    costituisce 
   
    commissari 
   
    Amita 
   
    Nona, 
   
    sua 
   
    moglie 
   
    Marchesina, 
   
    e 
   
    Pietro 
   
    Miani 
   
    della 
   
    parroa 
   
    chia 
   
    di 
   
    San 
   
    Cassiano: 
   
    lascia 
   
    mille 
   
    lire 
   
    venete 
   
    por 
   
    decime, 
   
    200 
   
    nuovi 
   
    deremi 
   
    per 
   
    S. 
   
    Marco 
   
    d'Ayazzo, 
   
    ove 
   
    vuole 
   
    essere 
   
    sepolto; 
   
    500 
   
    lire 
   
    venete 
   
    alla 
   
    sorella 
   
    Costanzia; 
   
    300 
   
    a 
   
    Nona, 
   
    alla 
   
    moglie 
   
    tutte 
   
    le 
   
    robe 
   
    in 
   
    tela 
   
    e 
   
    seta; 
   
    al 
   
    figliastro 
   
    Nicoletto 
   
    800 
   
    lire; 
   
    i 
   
    suoi 
   
    abiti 
   
    ai 
   
    poveri; 
   
    30 
   
    soldi 
   
    di 
   
    grossi 
   
    alla 
   
    Compagnia 
   
    di 
   
    Gabriele 
   
    Veneziano; 
   
    tutto 
   
    il 
   
    restante 
   
    dei 
   
    suoi 
   
    averi 
   
    al 
   
    fratello 
   
    Jacobello 
   
    (362). 
  
 
   
    Jasomina, 
   
    vedova 
   
    di 
   
    Daniele 
   
    Michieli, 
   
    costituisce 
   
    Commissari 
   
    (25 
   
    luglio 
   
    1215) 
   
    Andrea 
   
    Bondumieri 
   
    ed 
   
    il 
   
    merciario 
   
    del 
   
    Comone 
   
    Adamo; 
   
    vuol 
   
    sepoltura 
   
    presso 
   
    al 
   
    marito 
   
    a 
   
    8. 
   
    Marco 
   
    d'Ayazzo, 
   
    al 
   
    quale 
   
    offre 
   
    un 
   
    panno 
   
    di 
   
    150 
   
    deremi, 
   
    con 
   
    altri 
   
    150 
   
    deremi 
   
    per 
   
    la 
   
    fabbrica 
   
    della 
   
    chiesa; 
   
    al 
   
    clero, 
   
    D. 
   
    Pietro 
   
    40 
   
    deremi, 
   
    D. 
   
    Nicolò 
   
    20 
   
    der., 
   
    al 
   
    chierico 
   
    10 
   
    der. 
   
    Ella 
   
    poi 
   
    ci 
   
    mostra, 
   
    (e 
   
    questo 
   
    è 
   
    assai 
   
    più 
   
    prezioso 
   
    per 
   
    noi), 
   
    parecchie 
   
    chiese 
   
    della 
   
    città 
   
    d'Ayazzo, 
   
    delle 
   
    quali 
   
    fin 
   
    ora 
   
    non 
   
    avevamo 
   
    trovato 
   
    indizio 
   
    nè 
   
    anche 
   
    nelle 
   
    memorie 
   
    armene; 
   
    e 
   
    sono 
   
    dedicate, 
   
    &. 
   
    S. 
   
    Nicold 
   
    a 
   
    cui 
   
    lascia 
   
    50 
   
    der.; 
   
    a 
   
    Santa 
   
    Maria 
   
    Nuova, 
   
    50 
   
    der.; 
   
    a 
   
    Santa 
   
    Marghorita 
   
    40 
   
    der., 
   
    a 
   
    8. 
   
    Giorgio 
   
    20 
   
    der.; 
   
    alla 
   
    Madonna 
   
    dei 
   
    Giorgiani 
   
    20 
   
    der.; 
   
    a 
   
    S. 
   
    Saldatore 
   
    « 
   
    ubi 
   
    habitat 
   
    presbiter 
   
    Michael 
   
    Armenus, 
   
    » 
   
    20 
   
    d.; 
   
    a 
   
    S$. 
   
    Cosmo 
   
    e 
   
    Damiano 
   
    20 
   
    d.; 
   
    a 
   
    S. 
   
    Lorenzo 
   
    chiesa 
   
    appartenente 
   
    a' 
   
    Genovesi, 
   
    20 
   
    d. 
   
    a 
   
    8. 
   
    Venero 
   
    fuori 
   
    della 
   
    Cabartia?
    
     [1] 
   
    10 
   
    d.; 
   
    al 
   
    vescovo 
   
    di 
   
    Mamastia 
   
    30 
   
    d., 
   
    (è 
   
    da 
   
    sapere 
   
    che 
   
    il 
   
    vescovo 
   
    latino 
   
    di 
   
    quella 
   
    città 
   
    era 
   
    tra 
   
    slocato 
   
    ad 
   
    Ayazzo). 
   
    Tacendo 
   
    altri 
   
    lasciti 
   
    della 
   
    pia 
   
    Jasomina, 
   
    ri. 
   
    corderemo 
   
    quello 
   
    ai 
   
    due 
   
    Bastonarij 
   
    dei 
   
    Veneziani, 
   
    a 
   
    ciascuno. 
   
    10 
   
    d.; 
   
    la 
   
    sua 
   
    casa 
   
    e 
   
    terreni 
   
    lascia 
   
    & 
   
    S. 
   
    Marco; 
   
    tutto 
   
    il 
   
    restante 
   
    del 
   
    suo 
   
    avere 
   
    si 
   
    dividerà 
   
    fra 
   
    le 
   
    chiese 
   
    ed 
   
    i 
   
    poveri 
   
    (364). 
  
 
   
    Un 
   
    altro 
   
    dei 
   
    testatori 
   
    è 
   
    Michiele 
   
    Siennese, 
   
    che 
   
    costituisce 
   
    erede 
   
    la 
   
    figlia 
   
    Giovanna 
   
    Sala, 
   
    lasciando 
   
    per 
   
    l'anima 
   
    sua 
   
    deremi 
   
    1000; 
   
    per 
   
    la 
   
    chiesa 
   
    di 
   
    S. 
   
    Marco 
   
    200, 
   
    ove 
   
    vuol 
   
    essere 
   
    sepolto; 
   
    ad 
   
    altre 
   
    chiese 
   
    sopranominate 
   
    12 
   
    d. 
   
    a 
   
    ciascuna, 
   
    e 
   
    per 
   
    l'occorrente 
   
    della 
   
    sepoltura 
   
    altri 
   
    100 
   
    d.; 
   
    oltre 
   
    a 
   
    cid 
   
    ordina 
   
    di 
   
    distribuire 
   
    1000 
   
    d. 
   
    per 
   
    la 
   
    sua 
   
    anima; 
   
    2000 
   
    d. 
   
    per 
   
    la 
   
    sua 
   
    nipotina 
   
    Eufemia 
   
    quando 
   
    andra 
   
    sposa; 
   
    & 
   
    ciascuna 
   
    delle 
   
    due 
   
    schiaye, 
   
    Cali 
   
    e 
   
    Margherita, 
   
    le 
   
    quali 
   
    libera, 
   
    200 
   
    d. 
   
    (363). 
  
 
   
    Straniero 
   
    di 
   
    patria 
   
    è 
   
    Simcone 
   
    di 
   
    Rama, 
   
    che 
   
    pare 
   
    della 
   
    Siria, 
   
    il 
   
    quale 
   
    costituisce 
   
    (26 
   
    nov. 
   
    1315) 
   
    Commissari 
   
    Nicold 
   
    di 
   
    Nasaret 
   
    e 
   
    Adamo 
   
    mercante, 
   
    abitanti 
   
    in 
   
    Ayazzo; 
   
    vuole 
   
    sepoltura 
   
    & 
   
    8. 
   
    Marco, 
   
    &. 
   
    cui 
   
    lasci8 
   
    20 
   
    d.; 
   
    al 
   
    prete 
   
    del 
   
    luogo 
   
    30; 
   
    al 
   
    obierico 
   
    10; 
   
    al 
   
    Plazzario, 
   
    6; 
   
    a 
   
    Dimicalo 
   
    iglio 
   
    di 
   
    Vicold, 
   
    una 
   
    coltra 
   
    bianca, 
   
    2 
   
    lenzuoli, 
   
    una 
   
    conca, 
   
    oc. 
   
    Libera 
   
    la 
   
    sua 
   
    schiava 
   
    Call 
   
    (sem 
   
    pre 
   
    Cali) 
   
    dandole 
   
    una 
   
    conce, 
   
    uno 
   
    scrigno 
   
    ed 
   
    un 
   
    trapunto. 
   
    Tutto 
   
    il 
   
    restante 
   
    del 
   
    suo 
   
    avere 
   
    sarà 
   
    distribuito 
   
    per 
   
    la 
   
    sua 
   
    anima, 
   
    (360). 
  
 
   
    Se 
   
    non 
   
    pari 
   
    a 
   
    questi, 
   
    saranno 
   
    di 
   
    qualobe 
   
    interesse 
   
    anche 
   
    gli 
   
    altri 
   
    atti 
   
    notarili 
   
    registrati 
   
    in 
   
    Ayaszo, 
   
    dei 
   
    quali 
   
    noteremo 
   
    soltanto 
   
    alcuni: 
   
    per 
   
    es. 
   
    la 
   
    rinunzia 
   
    del 
   
    Bailato 
   
    di 
   
    Marco 
   
    Briero 
   
    (10 
   
    settem. 
   
    1327) 
   
    alla 
   
    presenza 
   
    di 
   
    Gioo. 
   
    Brizzo 
   
    e 
   
    d'Indrigeto 
   
    de 
   
    Romagno 
   
    di 
   
    Feltre 
   
    (338). 
   
    - 
   
    Alla 
   
    stessa 
   
    data 
   
    Filippo 
   
    Contarono 
   
    si 
   
    associa 
   
    con 
   
    cin 
   
    que 
   
    altri 
   
    patroni 
   
    di 
   
    navi 
   
    per 
   
    paura 
   
    dei 
   
    corsari, 
   
    a 
   
    navigare 
   
    in 
   
    compagnia 
   
    da 
   
    Ayazzo 
   
    fino 
   
    a 
   
    Sasino , 
   
    secondo 
   
    l'avviso 
   
    del 
   
    Bailo, 
   
    dei 
   
    consiglieri 
   
    e 
   
    del 
   
    capitano 
   
    Parmarino, 
   
    obbligandosi 
   
    per 
   
    1000 
   
    lire 
   
    venete 
   
    (339). 
   
    - 
   
    7 
   
    settem. 
   
    1327 
   
    Tommasino 
   
    Labia 
   
    borghese 
   
    d'Ayazzo 
   
    libera 
   
    la 
   
    sua 
   
    schiava 
   
    greca 
   
    Maria, 
   
    obbligando 
   
    se 
   
    stesso 
   
    e 
   
    i 
   
    suoi 
   
    eredi 
   
    per 
   
    5 
   
    lire 
   
    d'oro; 
   
    nello 
   
    stesso 
   
    giorno 
   
    l' 
   
    altra 
   
    schiava 
   
    Call 
   
    (342). 
   
    - 
   
    Parimenti 
   
    altro 
   
    Tommasino 
   
    (30 
   
    settem. 
   
    1327) 
   
    libera 
   
    i 
   
    suoi 
   
    schiavi 
   
    Teodorino 
   
    & 
   
    Saulle 
   
    (346). 
   
    — 
   
    Il 
   
    sopracitato 
   
    Bailo 
   
    Marco 
   
    Briero 
   
    carica 
   
    (7 
   
    ottobre 
   
    1327) 
   
    20 
   
    sacchi 
   
    di 
   
    cotone 
   
    sopra 
   
    la 
   
    nave 
   
    8. 
   
    Bufomia 
   
    di 
   
    Marco 
   
    Zono, 
   
    dirigendo 
   
    a 
   
    Venezia 
   
    per 
   
    Modone 
   
    & 
   
    Corone 
   
    (357). 
   
    Allo 
   
    stesso 
   
    capitano 
   
    consegna 
   
    Nicold 
   
    Velloro 
   
    24 
   
    sacchi 
   
    (348), 
   
    anche 
   
    Pietro 
   
    Massorio 
   
    (9 
   
    ottobre) 
   
    consegna 
   
    99 
   
    sacchi 
   
    (349). 
   
    Giso 
   
    Magistor 
   
    do 
   
    Assa 
   
    con 
   
    tutti 
   
    i 
   
    suoi 
   
    eredi, 
   
    (18 
   
    ottobre 
   
    1327) 
   
    vende 
   
    al 
   
    Genovese 
   
    Gagironi 
   
    il 
   
    Bamphillo 
   
    8, 
   
    per 
   
    800 
   
    tac 
   
    colini 
   
    (350). 
   
    — 
   
    Zorvino 
   
    e 
   
    Stefania 
   
    figlio 
   
    e 
   
    figlia 
   
    di 
   
    Gulielmo 
   
    veneto 
   
    borghose 
   
    di 
   
    Sis, 
   
    danno 
   
    ricevuta 
   
    (20 
   
    ottob. 
   
    1327) 
   
    & 
   
    Lanfrado 
   
    nobile 
   
    milite 
   
    di 
   
    Ossino, 
   
    signore 
   
    di 
   
    Coricos 
   
    e 
   
    Bailo 
   
    d'Armenia, 
   
    per 
   
    i 
   
    beni 
   
    del 
   
    loro 
   
    padre 
   
    morto 
   
    intestato. 
   
    Lanfredo 
   
    era 
   
    obbligato 
   
    a 
   
    dare 
   
    a 
   
    Stefania 
   
    1400 
   
    taccolini 
   
    a 
   
    titolo 
   
    di 
   
    dote 
   
    (951). 
   
    - 
   
    Rolando 
   
    Bono 
   
    do 
   
    funto 
   
    in. 
   
    Ayazzo 
   
    aveva 
   
    costituiti 
   
    (5 
   
    nov. 
   
    1307) 
   
    per 
   
    suoi 
   
    commis 
   
    gari 
   
    la 
   
    moglie 
   
    sotia 
   
    ed 
   
    il 
   
    suo 
   
    sodio. 
   
    Giacomo 
   
    di 
   
    Filippo, 
   
    rapcom 
   
    mandando 
   
    a 
   
    questi 
   
    l'amministrazione 
   
    dei 
   
    suoi 
   
    bani. 
   
    FHippo 
   
    fa 
   
    ricevuta 
   
    a 
   
    Donato 
   
    Sarraco 
   
    della 
   
    parrocliia 
   
    di 
   
    S. 
   
    Marziale; 
   
    por 
   
    due 
   
    botti 
   
    di 
   
    giocatelle 
   
    di 
   
    suro 
   
    e 
   
    dieci' 
   
    rampogoni 
   
    di 
   
    ferro
    
     [2] 
   
    e 
   
    una 
   
    cassa, 
   
    portati 
   
    da 
   
    lui 
   
    (352). 
   
    - 
   
    Aytone 
   
    do 
   
    Oria 
   
    (nome 
   
    armeno) 
   
    capi 
   
    tano 
   
    di 
   
    sei 
   
    galeo 
   
    genovesi 
   
    o 
   
    i 
   
    padroni 
   
    di 
   
    queste 
   
    promettono 
   
    in 
   
    presenza 
   
    di 
   
    tre 
   
    padroni 
   
    Veneti, 
   
    di 
   
    non 
   
    arteoar 
   
    danao 
   
    agli 
   
    8 
   
    ba 
   
    stimenti 
   
    di 
   
    questi 
   
    nel 
   
    porto 
   
    d'Ayazzo, 
   
    & 
   
    cui 
   
    Baido 
   
    Spinola 
   
    Con 
   
    sole 
   
    do' 
   
    Genovesi 
   
    si 
   
    costituisce 
   
    gurante 
   
    davanti 
   
    il 
   
    Bailo 
   
    Veneto 
   
    M. 
   
    Erizzo. 
   
    Il 
   
    contratto 
   
    fu 
   
    sognato 
   
    nella 
   
    galed 
   
    di. 
   
    Agtone 
   
    li 
   
    3 
   
    nov. 
   
    1327 
   
    (354) 
  
 
   
    Questo 
   
    ultimo 
   
    atto 
   
    risveglia, 
   
    bene 
   
    o 
   
    mal 
   
    volentieri, 
   
    alla 
   
    me 
   
    moria 
   
    de' 
   
    Genovesi 
   
    e 
   
    dei 
   
    Veneziani, 
   
    loro 
   
    antiche 
   
    gare 
   
    e 
   
    le 
   
    guet 
   
    re 
   
    sanguinose 
   
    nelle 
   
    comuni 
   
    vie 
   
    del 
   
    mare; 
   
    ed 
   
    il 
   
    golfo 
   
    d' 
   
    Ayaszo 
   
    fu' 
   
    eccettuato; 
   
    o 
   
    qualche 
   
    volta 
   
    soffrl. 
   
    8680 
   
    pure 
   
    attacchi 
   
    dat 
   
    suoi 
   
    ospiti 
   
    interessati, 
   
    benche 
   
    fosse 
   
    cosa 
   
    di 
   
    poco 
   
    momento, 
   
    e 
   
    non 
   
    tardas 
   
    sero 
   
    gli 
   
    offensori 
   
    a 
   
    riparare 
   
    le 
   
    offese. 
   
    Nell' 
   
    anno 
   
    1267 
   
    'armata 
   
    genovese, 
   
    ossia 
   
    alcune 
   
    navi 
   
    dapitanate 
   
    da 
   
    Lucchetta 
   
    Grimaldo, 
   
    dei 
   
    predarono 
   
    a 
   
    Coricos, 
   
    secondo 
   
    porto 
   
    dell'Armeno-Cilicia, 
   
    una 
   
    nave 
   
    carica 
   
    di 
   
    merci 
   
    di 
   
    diversi 
   
    mercanti, 
   
    fra 
   
    i 
   
    quali 
   
    anche 
   
    Armeni; 
   
    dopo 
   
    luoghe 
   
    conferenze 
   
    fü 
   
    obbligata 
   
    (1271) 
   
    a 
   
    pagare 
   
    il 
   
    danno 
   
    ai 
   
    recato, 
   
    di 
   
    22,
   
    800 
   
    bisanzi, 
   
    come 
   
    atteista 
   
    minutamente 
   
    l'atto: 
   
    no 
   
    tai 
   
    rile 
   
    dell'Archivio 
   
    di 
   
    Genova, 
   
    pubblicato 
   
    dall' 
   
    illustre 
   
    copte 
   
    Mas 
   
    Latrie 
   
    (Storia 
   
    di 
   
    Cipro, 
   
    II, 
   
    74-9). 
  
 
   
    È 
   
    potissimo 
   
    il 
   
    combattimento 
   
    na 
   
    male 
   
    e 
   
    la 
   
    rotta 
   
    toccata 
   
    si 
   
    Veneziani 
   
    nelle 
   
    acque 
   
    d'Ayazso 
   
    l' 
   
    anno 
   
    1293, 
   
    combattimento 
   
    obe 
   
    viene 
   
    cost 
   
    compendiato 
   
    dal 
   
    nostro 
   
    celebre 
   
    cronista 
   
    e 
   
    storico 
   
    (Aytone) 
   
    Bignore 
   
    di 
   
    Coricos: 
   
    «Dodici 
   
    galee 
   
    genovesi 
   
    attaccarono 
   
    32 
   
    tra 
   
    galee 
   
    e 
   
    tarile 
   
    Veneto, 
   
    e 
   
    ne 
   
    guadagnarono 
   
    24 
   
    galee», 
   
    sotto 
   
    i 
   
    comando 
   
    supremo 
   
    di 
   
    Nicold 
   
    Spinola. 
   
    Le 
   
    stesse 
   
    onde 
   
    armene 
   
    fu 
   
    rono 
   
    testimoni 
   
    anche 
   
    della 
   
    rivincita 
   
    dei 
   
    · 
   
    Veneti 
   
    poco 
   
    tempo 
   
    dopo, 
   
    quando 
   
    4 
   
    galee 
   
    loro 
   
    condotte 
   
    da 
   
    Marco 
   
    Bazilli 
   
    presero 
   
    una 
   
    nave 
   
    molto 
   
    carica 
   
    delle 
   
    soque 
   
    di 
   
    Coricos, 
   
    ed 
   
    una 
   
    marsigliese 
   
    per 
   
    il 
   
    che 
   
    protestarono 
   
    i 
   
    Marsigliesi, 
   
    e 
   
    particolarmente 
   
    un 
   
    certo 
   
    Pietro 
   
    Quatrolingus 
   
    (1295, 
   
    maggio), 
   
    partito 
   
    da 
   
    Ayazzo 
   
    per 
   
    la 
   
    Ro 
   
    mania 
   
    e 
   
    danneggiato 
   
    per 
   
    700 
   
    turonesi 
   
    d'oro, 
   
    come 
   
    egli 
   
    diceva 
   
    (281), 
   
    conformandolo 
   
    i 
   
    mercatanti 
   
    Piacentini 
   
    in 
   
    presenza 
   
    del 
   
    loro 
   
    Console 
   
    Gioo, 
   
    Bordi 
   
    (2 
   
    settem. 
   
    1295): 
   
    al 
   
    quale 
   
    pare 
   
    che 
   
    aa 
   
    cenni 
   
    an 
   
    deoreto 
   
    del 
   
    Sonato 
   
    Veneto, 
   
    nel 
   
    25 
   
    aprile 
   
    1295 
   
    (50). 
   
    Sallongo 
   
    troppo 
   
    la 
   
    questione 
   
    dei 
   
    Marsigliesi, 
   
    essi 
   
    pare 
   
    de 
   
    bitori 
   
    ai 
   
    Veneziani, 
   
    siocome 
   
    scriveva 
   
    Marco 
   
    Siboto 
   
    (nel 
   
    1302; 
   
    18 
   
    nov.
   
    ) 
   
    al 
   
    Dogo, 
   
    il 
   
    quale 
   
    aveva 
   
    già 
   
    promesso 
   
    (nel 
   
    1300) 
   
    soddisfa 
   
    zione 
   
    a 
   
    Tomaso 
   
    Riccardo 
   
    uno 
   
    dei 
   
    principali 
   
    danneggiati 
   
    (277). 
  
 
   
    Mentre 
   
    si 
   
    trattava 
   
    di 
   
    cid, 
   
    i 
   
    due 
   
    avversari 
   
    non 
   
    cessavano 
   
    di 
   
    distorbare 
   
    i 
   
    mari 
   
    e 
   
    i 
   
    pacifci 
   
    mercanti 
   
    anche 
   
    nei 
   
    nostri 
   
    porti. 
   
    opedendo 
   
    fare 
   
    un 
   
    colpo 
   
    decisivo, 
   
    i 
   
    Venoziani 
   
    condotti 
   
    da 
   
    Teofilo 
   
    Morosini 
   
    saltarono 
   
    a 
   
    terra 
   
    (1297) ...
   
    distrussero 
   
    tutte 
   
    le 
   
    badobe 
   
    dei 
   
    Genovesi 
   
    in 
   
    Ayazzo; 
   
    lo 
   
    stesso 
   
    facevano 
   
    questi 
   
    su 
   
    altre 
   
    spiaggie 
   
    amiche 
   
    di 
   
    Cipro 
   
    (1298); 
   
    e 
   
    in 
   
    quell'occasione 
   
    il 
   
    noto 
   
    Michiele 
   
    lo 
   
    Tartaro 
   
    se 
   
    ne 
   
    appellava 
   
    al 
   
    Re 
   
    di 
   
    quella 
   
    isola 
   
    (276). 
   
    Dopo 
   
    pochi 
   
    anni 
   
    (1302-3) 
   
    gli 
   
    stessi 
   
    Genovesi 
   
    per 
   
    condotta 
   
    di 
   
    Porcioale 
   
    cat 
   
    turarono 
   
    una 
   
    galea 
   
    veneta 
   
    nel 
   
    luogo 
   
    detto 
   
    Caoo 
   
    Carpasso 
   
    vicino 
   
    ad 
   
    Ayazzo 
   
    (278.
   
    ) 
   
    – 
   
    Un 
   
    fatto 
   
    più 
   
    grave 
   
    e 
   
    romoroso 
   
    successe 
   
    in 
   
    quei 
   
    tompi 
   
    non 
   
    più 
   
    fra 
   
    i 
   
    Genovesi 
   
    o 
   
    i 
   
    Veneti, 
   
    ma 
   
    fra 
   
    questi 
   
    e 
   
    gli 
   
    Ar 
   
    meni: 
   
    non 
   
    si 
   
    sa 
   
    per 
   
    qual 
   
    cagione 
   
    due 
   
    galee 
   
    venete 
   
    capitanata 
   
    da 
   
    Andrea 
   
    Sanudo 
   
    e 
   
    da 
   
    Paolo 
   
    Morosini, 
   
    attacarono 
   
    la 
   
    fortezza 
   
    di 
   
    terra 
   
    d' 
   
    Ayazzo, 
   
    e 
   
    dopredarono 
   
    molto 
   
    robe 
   
    cosi 
   
    pubbliche 
   
    che 
   
    private, 
   
    anche 
   
    quelle 
   
    del 
   
    console 
   
    dei 
   
    Pisani 
   
    Bindone 
   
    Seccamarende, 
   
    che 
   
    appello 
   
    al 
   
    Re; 
   
    perciò 
   
    il 
   
    Bailo 
   
    Gioo. 
   
    Promarino 
   
    costretto 
   
    da 
   
    que 
   
    sto 
   
    e 
   
    dai 
   
    Capitani 
   
    d'Ayazzo 
   
    (Licos 
   
    e 
   
    Calogiani), 
   
    conto 
   
    a 
   
    Toros 
   
    duca 
   
    del 
   
    Contestabile 
   
    armeno, 
   
    1214 
   
    der. 
   
    D. 
   
    per 
   
    risarcire 
   
    il 
   
    detto 
   
    console. 
   
    La 
   
    Corte 
   
    del 
   
    Re 
   
    mandò 
   
    nel 
   
    1307 
   
    al 
   
    Bailo 
   
    una 
   
    lunga 
   
    lista 
   
    di 
   
    tutti 
   
    gli 
   
    oggetti 
   
    depredati, 
   
    coi 
   
    prezzi 
   
    rispettivi, 
   
    di 
   
    ciascun 
   
    offeso; 
   
    fra 
   
    i 
   
    quali 
   
    anche 
   
    le 
   
    robe 
   
    del 
   
    dominio, 
   
    i 
   
    quali 
   
    tutti 
   
    insieme 
   
    sommavano 
   
    a 
   
    30,
   
    000 
   
    deremi 
   
    nuovi: 
   
    essendo 
   
    soddisfatto, 
   
    ne 
   
    diede 
   
    la 
   
    quietanza 
   
    in 
   
    francese 
   
    per 
   
    mano 
   
    del 
   
    gran 
   
    scignore, 
   
    che 
   
    non 
   
    si 
   
    nomina 
   
    e 
   
    può 
   
    essere 
   
    il 
   
    contestabile 
   
    o 
   
    il 
   
    suo 
   
    duca 
   
    (7.
   
    10). 
  
 
   
    Nel 
   
    frattempo 
   
    si 
   
    agitava 
   
    la 
   
    vecchia 
   
    questione 
   
    dei 
   
    Marsiglie 
   
    si 
   
    e 
   
    del 
   
    Quattrolingue, 
   
    che 
   
    durò 
   
    quasi 
   
    40 
   
    anni, 
   
    e 
   
    non 
   
    ebbe 
   
    fine 
   
    che 
   
    soltanto 
   
    nel 
   
    gennaio 
   
    del 
   
    1331-2 
   
    (281). 
   
    Ed 
   
    appunto 
   
    in 
   
    que 
   
    st' 
   
    anno 
   
    (1332) 
   
    i 
   
    Genovesi 
   
    assalivano 
   
    nelle 
   
    acque 
   
    d' 
   
    Ayazzo 
   
    una 
   
    nave 
   
    veneta 
   
    la 
   
    quale 
   
    da 
   
    quel 
   
    porto 
   
    si 
   
    dirigeva 
   
    per 
   
    Cipro 
   
    (318). 
   
    Nel 
   
    medesimo 
   
    tempo 
   
    si 
   
    trattava 
   
    nei 
   
    consigli 
   
    della 
   
    Repubblica 
   
    dei 
   
    danni 
   
    patiti 
   
    da' 
   
    loro 
   
    nazionali 
   
    per 
   
    mano 
   
    degli 
   
    Armeni, 
   
    o 
   
    per 
   
    male 
   
    amministrazione 
   
    di 
   
    giustizia 
   
    o 
   
    per 
   
    ribasso 
   
    delle 
   
    loro 
   
    mo 
   
    nete 
   
    (234). 
   
    Per 
   
    ben 
   
    conoscere 
   
    i 
   
    fatti 
   
    e 
   
    le 
   
    lagnanze, 
   
    bisogna 
   
    ritor 
   
    nare 
   
    da 
   
    capo 
   
    e 
   
    rivedere 
   
    tutti 
   
    i 
   
    Privilegi 
   
    dei 
   
    nostri 
   
    Re 
   
    concessi 
   
    ai 
   
    Veneziani, 
   
    e 
   
    riepilogare 
   
    la 
   
    serie 
   
    delle 
   
    relazioni 
   
    diplomatiche 
   
    delle 
   
    corti 
   
    di 
   
    Sis 
   
    e 
   
    di 
   
    S. 
   
    Marco. 
  
 
  
  
   
  
    
   
      
       [1]           
     
      Non 
     
      si 
     
      conosce 
     
      nè 
     
      il 
     
      sito 
     
      nè 
     
      il 
     
      significato 
     
      di 
     
      questo 
     
      luogo.
    
   
   
  
    
   
      
       [2]           
     
      Secondo 
     
      Boerio, 
     
      “ 
     
      Ferro 
     
      grande 
     
      ancinato, 
     
      a 
     
      cui 
     
      s'appendono 
     
      carni 
     
      ad 
     
      uso 
     
      domestico".